Si terrà dal 28 maggio al 1° giugno la terza edizione del festival
Architettura in Città promosso dall’Ordine degli Architetti di Torino e
dalla Fondazione OAT. Per 5 giorni l’architettura sarà protagonista in
città con oltre 75 iniziative tra conferenze, mostre, laboratori, happening realizzati attraverso la collaborazione di oltre 100 istituzioni culturali operanti in città e nell’area metropolitana.
Il quartier generale del festival sarà alle OGR – Officine Grandi Riparazioni,
complesso di edifici di archeologia industriale prossime ad essere
sottoposte a un progetto di riconversione da fabbrica di riparazione dei
vagoni ferroviari a luogo di produzione culturale, che ben
rappresentano il tema che fa da filo conduttore alle iniziative di
questa terza edizione: le esplorazioni urbane.
Riscoprire luoghi sconosciuti o caduti in disuso, rendere accessibili
edifici generalmente chiusi al pubblico, indagare la città e i suoi
edifici da prospettive nuove e alternative sono tra gli obiettivi che si
ripropone Architettura in Città 2013 con un fitto calendario di eventi
che non tradisce le sue caratteristiche fondamentali: la capacità cioè
di far dialogare con l’architettura linguaggi diversi come arte, musica,
fotografia, design, danza, letteratura, teatro,… e l’intento di aprirsi
alla cittadinanza con iniziative rivolte a tutte le fasce d’età per far
comprendere come ognuno di noi viva quotidianamente l’architettura.
L'inaugurazione del festival (e delle mostre allestite alle OGR) è prevista lunedì 27 maggio ore 18.00. L'infopoint resterà aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 21.00.
Il concetto di esplorazione urbana è affrontato a partire dalle
azioni degli esponenti del movimento UrbEx, o Urban Exploration, una
“sottocultura” i cui aderenti sono specialisti nella scenografica
documentazione di luoghi abbandonati e di difficile accesso. La mostra Le Rovine Esposte. Urban Exploration (27
maggio-23 giugno), curata da Enzo Biffi Gentili (MIAAO) e voluta dalla
Fondazione OAT e OAT, mette in mostra le fotografie tratte dalla recente
missione a Torino dell’urban explorer francese Christophe
Dessaigne e l’installazione degli italiani Arianna Arcara e Luca Santese
composta da foto trovate, sovente scattate dalla polizia, in edifici
degradati a Detroit. A corollario della mostra martedì 28 maggio alle
ore 18.00 ci sarà l’incontro “Il valore delle rovine” con gli artisti protagonisti e alle ore 21.30 l’appuntamento “Ruinenwerk”
a cura di Musica 90 che propone le improvvisazioni musicali
dell’artista della scena elettronica Davide Tomat, del chitarrista Paolo
Spaccamonti e del percussionista Dario Bruna per le sonorità della
videoperformance a cura di Carlotta Petracci.
Il festival riconferma inoltre l’attenzione ai temi della smart city,
accogliendo nel suo programma eventi che riguardano per esempio la
realizzazione di edifici eco-sostenibili, l’utilizzazione degli spazi
liberi della città (come i tetti degli edifici) per ospitare nuove aree
verdi o di socializzazione, la ricostruzione di parti di città colpite
da eventi catastrofici e la progettazione di edifici capaci di resistere
a eventi naturali.
La mostra guida di questa sezione, promossa dallo studio Greengrass, si intitola Dal futurismo al futuro sostenibile
(27 maggio-1 giugno) e intende raccontare 100 anni di creatività e
industria, di arte e impresa nell’ex triangolo industriale d’Italia
(Torino, Genova, Milano), oggi impegnato nelle nuove sfide “smart city”;
dalle tre cosmopoli dei futuristi degli anni ’20-’30 ai giorni nostri
per delineare per le smart city uno sviluppo futuristico altrettanto
innovativo ma riconciliato con la natura e la tecnologia (come nel terso
paradiso del maestro Pistoletto). Ma
una città (e un Paese) intelligente si misura con la gestione delle
catastrofi naturali. Su questo tema la Fondazione OAT e plug_in
presentano gli esiti del workshop “Architetture per la catastrofe”,
curato a marzo da Emanuele Piccardo e Anna Rita Emili, con una
conferenza (30 maggio, ore 16.00) e la realizzazione del prototipo del
modulo abitativo post catastrofe.
Per la prima volta il festival riserva una vetrina a un paese ospite, con la mostra Identidad en la Diversidad. Architettura argentina (27
maggio-23 giugno), organizzata dal Ministerio de Relaciones Exteriores y
Culto – Gobierno de Buenos Aires, e da OAT e Fondazione OAT: uno
sguardo sull’architettura argentina, da quella storica ai progetti
vincitori dei concorsi recenti, con un'attenzione particolare agli
architetti piemontesi che ne furono protagonisti fra Otto e Novecento.
L’allestimento della mostra era stato progettato da Clorindo Testa,
architetto argentino di origini italiane morto lo scorso 10 aprile, e
sarà introdotta dal convegno inaugurale (27 maggio ore 10.30), a cura di
Liliana Pittarello e Emiliano Cruz Michelena.
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