Dal 7 al 10 Giugno torna in Umbria Festarch – il Festival Internazionale di Architettura organizzato da Abitare.
La quarta edizione di Festarch, al via dal 7 al 10 Giugno a Perugia è dedicata al tema Le città nella città.
Da San Paolo a Roma, da Mumbai a Mosca, da Pechino a Nairobi, il fenomeno degli insediamenti informali, si dirama capillarmente su tutto il territorio urbanizzato. Dopo anni di ostentata indifferenza, uno degli obiettivi di Festarch 2012 è di lanciare delle proposte per superare le barriere fisiche e virtuali che separano queste cellule autogestite dal resto della trama urbana e individuare delle soluzioni altre rispetto ai sistemi tradizionali che ne facilitino il riassorbimento all’interno del tessuto della città consolidata. D’altra parte le città crescono anche in maniera pianificata e si esprimono attraverso sistemi autosufficienti (architetture, distretti, enclave) o grandi riconversioni capaci di modificare un equilibrio dato. Il tema del riuso e in generale della capacità della città di rigenerarsi apre una questione molto sentita, soprattutto in Europa e ancora di più in Italia, fatta di piccole e medie realtà urbane, costrette a ripensarsi e ad attualizzare il proprio patrimonio per far fronte alle esigenze del vivere contemporaneo. Una giovane generazione di architetti, affiancata da alcune grandi firme del panorama urbanistico e architettonico contemporaneo, e da un ristretto gruppo di sociologi, studiosi e amministratori, condividerà esperienze multidisciplinari, invitando i cittadini a una lettura consapevole di questi “modi di fare città”. La metropoli del terzo millennio imparerà ad amare il suo alter ego.
Da San Paolo a Roma, da Mumbai a Mosca, da Pechino a Nairobi, il fenomeno degli insediamenti informali, si dirama capillarmente su tutto il territorio urbanizzato. Dopo anni di ostentata indifferenza, uno degli obiettivi di Festarch 2012 è di lanciare delle proposte per superare le barriere fisiche e virtuali che separano queste cellule autogestite dal resto della trama urbana e individuare delle soluzioni altre rispetto ai sistemi tradizionali che ne facilitino il riassorbimento all’interno del tessuto della città consolidata. D’altra parte le città crescono anche in maniera pianificata e si esprimono attraverso sistemi autosufficienti (architetture, distretti, enclave) o grandi riconversioni capaci di modificare un equilibrio dato. Il tema del riuso e in generale della capacità della città di rigenerarsi apre una questione molto sentita, soprattutto in Europa e ancora di più in Italia, fatta di piccole e medie realtà urbane, costrette a ripensarsi e ad attualizzare il proprio patrimonio per far fronte alle esigenze del vivere contemporaneo. Una giovane generazione di architetti, affiancata da alcune grandi firme del panorama urbanistico e architettonico contemporaneo, e da un ristretto gruppo di sociologi, studiosi e amministratori, condividerà esperienze multidisciplinari, invitando i cittadini a una lettura consapevole di questi “modi di fare città”. La metropoli del terzo millennio imparerà ad amare il suo alter ego.
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