Frank Horvat, Shoe and Eiffel Tower, Paris, 1974 |
Giovedì 24 febbraio 2011 a partire dalle ore 17.00, Photographica FineArt inaugura la sua prima esposizione dell’anno con una antologica di Frank Horvat.
Per una volta Photographica FineArt dedica l’intero spazio ad un unico grande autore, perché da solo Horvat colma la scena fotografica con quell’eleganza che lo ha reso interprete della grande moda dalla fine degli anni ‘50 alla fine degli anni ‘80 e che in seguito, fino ad oggi, si ripropone come raffinato e seduttivo interprete della realtà quotidiana.
Frank Horvat ha impreziosito con le sue immagini alcune tra le più belle pagine di Elle, Vogue, Harper’s Bazaar, ecc. Assieme ai suoi colleghi tra cui Richard Avedon, Bourdin, Newton ha interpretato magistralmente l’alta moda italiana, da Nina Ricci a Ungaro, e le creazioni dei grandi couturier francesi, da Chanel a Givenchy. Il suo modo di fotografare la moda deriva dall’istintività e dalla naturalezza con cui affrontava anche i reportage di viaggio, prediligendo sempre il momento magico ed evitando la messa in scena caratteristica del set fotografico ricco di flash e schermi per luce riflessa; i suoi scatti sono contraddistinti sempre da una grande tecnica e ottenuti incredibilmente con un apparecchio di piccolo formato - Leica o Nikon che fosse - ma sempre, senza eccezione, una 35mm.
Il suo istinto di fotografo raffinato e la sua grande sensibilità per l’individuo lo portano in seguito, in concomitanza con l’arrivo del digitale, a fare una nuova fotografia immediata che per Horvat ha l’intento della ricerca; anche questo nuovo periodo è caratterizzato dall’osservazione del momento ideale, “l’istante privilegiato”, che non è per forza l’attimo risolutivo, ma è piuttosto quello che lo emoziona, è rappresentato dalla luce che si concilia col suo umore, è controllato dall’armonia della sia visione positiva dell’esperienza.
Nel 1999 Frank Horvat ha scelto una foto per ogni giorno dell’ultimo anno del millennio e ne ha fatto una pubblicazione, “1999 Journal photographique” appunto, che descrive e dà forma a questa sua evoluzione artistica; da lì ha continuato la sua ricerca delle emozioni di un istante che si possono trovare ovunque, in uno sguardo della persona amata o nell’odore delle cose e che trasformano immagini quasi banali, come una tavola apparecchiata o delle lenzuola sfatte o ancora una finestra aperta, in quegli “istanti privilegiati” che ne fanno delle buone immagini, delle belle fotografie.
Il suo istinto di fotografo raffinato e la sua grande sensibilità per l’individuo lo portano in seguito, in concomitanza con l’arrivo del digitale, a fare una nuova fotografia immediata che per Horvat ha l’intento della ricerca; anche questo nuovo periodo è caratterizzato dall’osservazione del momento ideale, “l’istante privilegiato”, che non è per forza l’attimo risolutivo, ma è piuttosto quello che lo emoziona, è rappresentato dalla luce che si concilia col suo umore, è controllato dall’armonia della sia visione positiva dell’esperienza.
Nel 1999 Frank Horvat ha scelto una foto per ogni giorno dell’ultimo anno del millennio e ne ha fatto una pubblicazione, “1999 Journal photographique” appunto, che descrive e dà forma a questa sua evoluzione artistica; da lì ha continuato la sua ricerca delle emozioni di un istante che si possono trovare ovunque, in uno sguardo della persona amata o nell’odore delle cose e che trasformano immagini quasi banali, come una tavola apparecchiata o delle lenzuola sfatte o ancora una finestra aperta, in quegli “istanti privilegiati” che ne fanno delle buone immagini, delle belle fotografie.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 29 aprile con i seguenti orari: da martedì a venerdì dalle ore 9,00 alle 12,30 e dalle 14,00 alle 18,00.
Il sabato su appuntamento.
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