25-28 Aprile / Comicon, XV Edizione del Salone Internazionale del Fumetto: Fumetto & Architettura / Napoli


Si chiama COM, l'architettura fantastica immagine della XV Edizione del Salone Internazionale del Fumetto di Napoli, dedicata all'approfondimento del rapporto tra Fumetto & Architettura. Gli architetti di Spazi Multipli+Daz, in collaborazione con Doppiavù Design, hanno immaginato la location permanente e futuristica di COMICON, una città-astronave, atterrata a Napoli spostandosi come un enorme dirigibile. Al suo interno il Museo del Fumetto, che si sviluppa lungo un percorso ad anello affacciato su un vuoto centrale. Dal corpo centrale con una pioggia di velocissimi ascensori si raggiungono i torrioni in cristallo che racchiudono su diversi livelli le varie sezioni del museo, e affacciano sull'immensa terrazza a strapiombo sulla città.

Napoli COMICON prosegue il cammino alla scoperta dei rapporti che intercorrono tra il fumetto e le altre 8 arti canoniche. 
Quest’anno il focus principale sarà su una delle arti più antiche, l’Architettura; le due arti si accomunano nell’utilizzo del disegno e della fantasia, e spesso hanno interagito tra loro sia a livello di personalità del mondo dei fumetti coinvolte nella scienza delle costruzioni, sia con storie a fumetti che vedono protagonista, o anche solo necessario ingrediente, l’ambientazione architettonica. Sono moltissimi i filoni che si possono percorrere, dalla visione dell’ambiente (soprattutto urbano) che sottende la maggior parte delle storie a fumetti, siano esse supereroistiche, disneyane, popolari, manga, o di ricerca autoriale e di sperimentazione, alla narrazione che vede realmente protagonista l’architetto e/o lo spazio da esso creato. 

In mostra dunque tavole originali di autori famosi, esempi di architetti/fumettisti, disegni realizzati per i progetti architettonici o di design, riproduzioni di studi prospettici per ambientazioni della Nona Arte. 
Una grande collettiva di immagini in cui le due arti si intersecano, accompagnata da alcuni approfondimenti tematici e personali, dalla maestria urbanistico-narrativa dei due autori ospiti, François Schuiten e Joost Swarte, al realismo magico di Topolinia e Paperopoli, dall’utilizzo dell’arte grafica nel lavoro dell’architetto, alle visioni futuristiche dei maestri del fumetto mondiale.

Una esposizione complessa e originale, che prende spunto dall’immagine simbolo di quest’anno, una architettura fantastica e futuristica che proietta Napoli COMICON nel futuro del mondo del fumetto, immaginandone la sua domus permanente ed al contempo mobile, un museo-astronave che sovrasta la sempiterna bellezza del golfo partenopeo.

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MORE INFO:

9 April / Opening night party Hybrid Interni / Università Statale / Milan


HYBRID ARCHITECTURE & DESIGN
Opening Night - Tuesday 9 April, h. 20.00
Università degli Studi di Milano
Via Festa del Perdono 7, Milan

During the FuoriSalone 2013, INTERNI has organized, for Milan Design Week (8-14 April 2013), a major exhibition-event, entitled HYBRID ARCHITECTURE & DESIGN.
The exhibition is on the theme of métissage in architecture and design: the concept of the hybrid is interpreted here as an encounter of cultures and technologies capable of generating solutions for the unknowns and problems of the contemporary world. As the French sociologist Michel Wieviorka has observed, “at times the encounter between different cultures triggers processes of mutual influence and changes that create original cultural forms. This métissage, this cultural exchange, authorizes the production of difference in the outlook of encounter and relations between single individuals, who live in the ambivalence of belonging to multiple identities”.

So métissage, shifted into the field of architecture and design, appears to be a credible alternative to the concept of the Melting Pot (the acritical aggregation of cultures and traditions) and to the linguistic and cultural uniformity produced by globalization. With the event Hybrid Architecture & Design, Interni activates a stimulating dialogue between designers and companies, taking the form of site-specific works seen as new forms of intercultural communication, in a perspective that goes beyond ethnocentrism, while bringing out the contributions and expressions that arrive from the cultures of different countries.

Internationally acclaimed architects and designers whose work stands out for research and innovation express their visions in an evocative, spectacular way, through experimental microarchitectural pavilions or macro-objects, with the support of leading companies in the field of materials, technology and environmental sustainability.

The installations will be positioned in the following spaces at the State University in Milan:
1. Loggiato Ovest – 1st floor Cortile d’Onore
2. Cortile del 700
3. Hall Aula Magna
4. Cortile Farmacia
5. Cortile d’Onore
6. Portico del Richini

Press Conference – Monday 8 April, h. 14.30
AULA MAGNA Università degli Studi di Milano

Opening Night - Tuesday 9 April, h. 20.00
Università degli Studi di Milano

Theatrical performance Pinocchio - Wednesday 10 April, h. 21.00
AULA MAGNA Università degli Studi di Milano

Milano Design Run 2013 - Saturday 13 Aprile, h. 10.00
Foro Bonaparte, 50 - Milano

Hours:
8-14 April from h. 9.00 to h. 24.00
15-21 aprile from h. 9.00 to h. 21.00

8 Aprile / Conferenza "Cultura digitale come driver di innovazione per il Design contemporaneo" / DesignLibrary / Milano



Lunedì 8 aprile| ore 18.30

Cultura digitale come driver di innovazione per il Design contemporaneo

Ospiti: Andrea Cattabriga  e Marco Mancuso
Interverranno:
Mario Calabresi – Direttore de La Stampa, Luisa Bocchietto - Presidente Nazionale ADI, Daniele Lago – Amministratore Delegato Lago SpA , Gianluca Seta -Graphic Designer Nascuto.com, Shadi Shahrokhi – Founder & Chief Designer at Trak-Kit LLC
Ospiti: Andrea Cattabriga - co-founder slowd.it – the first diffused design factory e Marco Mancuso - docente e fondatore dell’osservatorio online digicult.it
More Info:

tel. +39 02 49537410
tel. +39 02 89421225
fax 1782240129
Lun-Sab 10.00-18.30

9 April / Opening Party Triennale Design Week / Triennale Design Museum / Milan


9th - 14th April 2013. Triennale di Milano

Opening Party 9 April 2013 from 7pm to 12pm

The Nema Problema Orkestar perform traditional and original music from the Balkans, with a variety of stylistic influences and a sophisticated but irresistibly danceable repertory with popular, easy-listening overtones.
Opening Hours
10.30am - 10.00pm

Triennale Design Museum's main Exhibition: "The Influence Syndrome"
Director: Silvana Annicchiarico
Curator: Pierluigi Nicolin
Exhibition set-up: Studio Cerri & Associati
Catalogue Corraini Edizioni 


More info for all the Triennale's Exhibitions:http://www.triennale.it/en/triennale-design-week-2013-en


Triennale di MilanoViale Alemagna, 6, 20121. Milan
T. +39.02.724341

4-14 Aprile / Mostra BRACCIODIFERRO 1971-1975 GAETANO PESCE - ALESSANDRO MENDINI / Biblioteca di Santa Maria Incoronata / Milano


BRACCIODIFERRO

1971-1975
GAETANO PESCE - ALESSANDRO MENDINI

4-14 Aprile 2013

Biblioteca di Santa Maria Incoronata
Corso Garibaldi 116 - Milano
a cura di Anty Pansera

Inaugurazione: mercoledì 3 aprile dalle ore 18,30
Orari: dalle ore 16 alle 21
Sabato e domenica dalle ore 10 alle 21

Ingresso libero

La mostra itinerante ospitata come prima sede nella quattrocentesca Biblioteca di Santa Maria Incoronata a Milano, curata da Anty Pansera con la collaborazione di Mariateresa Chirico, e promossa da Fragile con il patrocinio di Cassina, presenta oggetti rari - mai esposti insieme prima d’ora - realizzati nei primi anni Settanta dal team denominato Bracciodiferro, da un’idea di Gaetano Pesce che coinvolge poi Alessandro Mendini, a realizzare i pezzi il Centro di Ricerca e Sviluppo Cassina e Aldo Cichero, a volere il tutto Cesare Cassina.
Esposti anche disegni, documenti originali, grafica di Pesce e Mendini e corrispondenza di questo gruppo innovatore: caratteristico dell’esperienza Bracciodiferro, infatti, il mettere a punto oltre al prodotto anche le modalità per comunicarlo, dalla grafica ai cataloghi alle campagne fotografiche, utilizzando i linguaggi più attuali dell’epoca.
Il tema - che ha precorso tendenze attuali - è quello dell’Art Design ossia di pezzi unici o a tiratura limitata, che sfidano le normali vie di produzione aziendale seriale e si rivolgono all’ambito del collezionismo. Un’esperienza che consente di esplorare le tendenze più innovative della cultura del progetto e di testare il mercato con la produzione di multipli in edizione numerata, destinati anche e soprattutto al pubblico delle gallerie d’arte.
E se il “braccio di ferro” è uno sport di forza, di tecnica, di resistenza e di velocità, ben si può giudicare azzeccata la denominazione di questo gruppo. “Forte” la sua entrata in scena grazie alla sensibilità di Cesare Cassina e di Francesco Binfaré, alla direzione del Centro Cassina - laboratorio di ricerca e sviluppo - dal 1969 al 1975, al contributo di Gaetano Pesce e poi di Alessandro Mendini. Così, all’insegna della tecnica, ecco venire alla luce prodotti per i quali Aldo Cichero mette a disposizione la sua straordinaria esperienza come tecnico dei materiali.
Apre la serie dei prodotti di Bracciodiferro la lampada Moloch (1972) di Pesce: ben presto e ad oggi, un’icona. Seguono le sedute e i tavoli Golgotha (1972) proposti in varie versioni e misure. La seduta, del resto, ben si abbina a un altro progetto, meno noto, sempre di Pesce, la scrivania Arca per la quale torna il riferimento al Vecchio Testamento. Anche la campagna fotografica per questi prodotti è personalmente seguita da Pesce, che volle attori trasformati in una compagnia di teatranti hippy per metterli in scena, “in un’atmosfera biblica e profetica, la tragicità e l’angoscia esistenziale”.
Meno noti il portabiti Guanto (un omaggio a Max Klinger) e la poltrona Il Pugno (si è dischiuso, ecc..." (1972) con un esplicito riferimento “politico”.
Così, dopo “il pathos e la sensorialità” dei prodotti di Pesce, ecco gli “oggetti ad uso spirituale” dell’architetto/designer/teorico Alessandro Mendini, che Pesce stesso volle coinvolgere nell’esperienza Bracciodiferro, e che dal 1970 aveva assunto la direzione di “Casabella”, rilanciandola.

Anche Bracciodiferro, nei suoi comunicati stampa, esordisce affermando come “il mobilio di Mendini sia inteso come strumento critico, come proposta per un’interpretazione scenica dell’arredo, condotta al limite della sua impossibilità d’uso […] il loro scopo è […] quello di sconvolgere gli ambienti dove vengono posti. Il materiale di cui sono fatti è pesante e duraturo e indica una condizione di stabilità nel tempo e nel luogo. Si tratta di cose/non/cose, di sub-oggetti, di mobili scenici per finto arredo che, per la loro stravagante presenza, scardinano la logica canonica dell’alloggio.
Ed ecco la sedia Terra (1974), in plexiglas, sughero e terra, che “comunica che l’atto più naturale dell’uomo ai primordi – quello cioè di sedersi sulla terra – lo si compie oggi con disagio, non lo si sa più fare”.
Segue Voragine, un tavolo dove la “crepa” è, di fatto, un esplicito riferimento alle rotture della terra, un “gioco di terremotazione”(Mendini).
La lampada Letargo, poi, fusa in bronzo, riprende l’anonimo freddo disegno della lampada Bauhaus snodabile che ognuno ha avuto sul tavolo ad emettere una luce sfacciata. L’oggetto è presentato da Mendini ingrandito, pesante e irrigidito: nella sua condizione ‘archeologica’ emette una luce ambigua, più interiore che esteriore.
Infine il “Monumentino da casa” (1975), detto Lassù, già proposto su un tronco di piramide in una copertina di Casabella. “Oggetto d’uso spirituale”, volutamente di “difficile accesso” ma che consente “un punto di osservazione e di ricognizione insolita”. Per Bracciodiferro si dota di scalini e consente di guardare le cose dall’alto, è un punto di osservazione e di ricognizione insolita. Serve come piccolo monumento da casa o da strada, dove l’uomo normale può trasformarsi una volta tanto in personaggio da mitizzare.
Bracciodiferro si definisce come un’esperienza breve ma stimolante, una collezione portatrice delle nuove istanze che il clima del momento suggerisce e delle provocazioni che giungono da progettisti “contestatori”.
Prodotti che si caratterizzano per una vocazione ironica e spiazzante, luogo di riflessione sull’uomo e la società: tutti gli oggetti sono infatti intrisi di una coscienza critica del linguaggio adottato che, da Duchamp in poi, è stata tipica dell’avanguardia.
Nel catalogo pubblicato da Silvana Editoriale (www.silvanaeditoriale.it) al saggio storico/critico di Anty Pansera si affianca un articolato repertorio fotografico a colori e in bianco e nero, storico e dell’oggi, non solo dei pezzi in mostra, ma anche di tutti i materiali a corredo e dettagliate schede tecniche degli oggetti a cura di Mariateresa Chirico.

Colophon

mostra
a cura di Anty Pansera
con la collaborazione di Mariateresa Chirico
promossa da Alessandro Padoan – Fragile
immagine coordinata Antonella Ferrari
progetto dell’allestimento Patrizia Scarzella
patrocinata da Cassina
volume/catalogo SilvanaEditoriale

11 April / Conference YUNG HO CHANG: FIVE PROJECTS. POST-EUPHORIA IN CHINA / Campus Bovisa Politecnico di Milano / Milan


YUNG HO CHANG: FIVE PROJECTS. POST-EUPHORIA IN CHINA

11 APRIL 2013 - 18.00pm

Aula De Carli
Via Durando, 10 - Campus Bovisa
Widely regarded as one of China’s most accomplished contemporary architects, Yung Ho Chang is the former Head of MIT’s Department of Architecture (2005-2010), coming from Peking University where he was professor and founding Head of the Graduate Centre of Architecture.
His interdisciplinary research focuses on the city, on materials and Chinese tradition and it feeds on exchanges between teaching, research activities and practice.
The event will be held in English. Registration is required here

PROGRAM:


18.00
Greetings
Giovanni Azzone
Rector of Politecnico di Milano
Stefano Della Torre
Head of ABC Department of Architecture, Built Environment, Construction Engineering


18.20
The Opportunity of a Sino-Italian Platform for Innovation 
Giuliano Noci 
Rector’s Delegate for China

18.30
Post-Euphoria Architecture in China
Laura Anna Pezzetti
Politecnico di Milano


18.40
Five Projects
Yung Ho Chang
M.I.T and Tongji University


19.10
Conclusions
Angelo Torricelli
Dean of the School of Architettura Civile


Yung Ho Chang BIO
Widely regarded as one of China’s most accomplished contemporary architects, Yung Ho Chang is the former Head of MIT’s Department of Architecture (2005-2010), coming from Peking University where he was professor and founding Head of the Graduate Centre of Architecture. He received his MArch from the University of California at Berkeley and taught in the USA, where he held the Eliel Saarinen Chair Professor (University of Michigan, 2004) and the Kenzo Tange Chair Professor at Graduate School of Design (Harvard University, 2002). He has been a Pritzker Prize Jury member since 2011.
Chang is also a founding partner, with his wife Lijia Lu, of Atelier Feichang Jianzhu (FCJZ , translated as “unusual architecture”) based in Beijing since 1993. He took part in several exhibitions of art and architecture, such as the Venice Biennale, the Centre Pompidou in Paris, the Victoria & Albert Museum in London and received many international awards. His projects are endeavoured to actively engage in sustainability and interdisciplinary innovation and include private residences, large-and small-scale museums, office and government buildings, with some forays into industrial design.
His interdisciplinary research focuses on the city, on materials and Chinese tradition and it feeds on exchanges between teaching, research activities and practice.
He’s probably the most engaged Chinese architect in relating the complexity of design thinking and contemporary urban challenges to a significant balance between the need to understand and preserve Chinese tradition and the need to experiment.
In a country where forms and style are continuously consumed, he has set the issue of identity in contemporary Chinese architecture, elaborating in his works traditional figures, typologies, urban structures and combining them with classical modernism. At the same time he strives for urban design strategies alternative to the prevailing “tabula rasa” which is leading to a generic Sinocity, in order to substitute the urbanism of the typical “city of objects” with a richer and more complex stratification and experience of urban and architectural space. While for many Chinese architects architecture is just like clothing, for Chang architecture is the main tool to determine the potential for transformation and reinvention of a city.

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